Spesso utilizziamo modi di dire, frasi fatte ed espressioni perché ne conosciamo il significato figurato ma ignoriamo l’origine. Alcune frasi derivano da storie o eventi curiosi ed hanno un legame con essi che ha fatto sì che diventassero di uso popolare. Eccone tre:
- Piantare in asso. Quest’espressione viene utilizzata con il significato di abbandonare da un momento all’altro, lasciare soli senza un perché e senza preavviso. La frase deriva dal celebre episodio della mitologia greca di Arianna e Teseo. Arianna, dopo aver aiutato l’amato Teseo ad uscire dal labirinto di Cnosso grazie al suo filo, fugge con lui sull’isola di Nasso dove però viene abbandonata. Da qui l’espressione Piantare in asso, che probabilmente in origine era “in Nasso” ma mutata in seguito a corruzioni linguistiche.
- Vecchio bacucco o vecchio come il cucco. Quando si usa quest’espressione ci si riferisce a qualcuno di molto anziano e un po’ svitato o a qualcosa di vecchio, usurato e fuori moda. La teoria più gettonata sulle origini di bacucco fa riferimento ad Hăbaqqūq (Abacuc), ottavo dei profeti minori della Bibbia vissuto prima del 606 a.C. che, secondo i testi, divenne molto anziano e perse anche la testa. Secondo questa teoria si sarebbe semplicemente storpiato il nome del profeta sino ad arrivare alle espressioni che abbiamo in uso oggi.
- Avere la coda di paglia. Questa frase si utilizza per fare riferimento ad una situazione in cui si ha la coscienza sporca e ci si sente accusati o chiamati in causa senza esserlo. All’origine di questa espressione vi è una favola di Esopo che vede come protagonista una volpe alla quale viene mozzata la coda. In seguito a ciò, la volpe si vergogna terribilmente di essere senza coda, così decide insieme ad amici di realizzarne una di paglia. Accade però che un membro degli animali si lascia scappare il segreto e la notizia inizia a circolare in paese. Così la povera volpe non si sente a suo agio, si sente giudicata e teme che la sua coda possa prendere fuoco nei pressi dei pollai sino a non farsi più vedere.

Articolo scritto da: Daniela Mina