E’ un pubblico sdegnato e sconcertato dalla vergogna quello che accoglie Lolita nel 1955 e l’autore, Vladimir Nabokov, sommerso da critiche che spaziano dalla pedofilia alla pornografia. Certamente Lolita porta con sé contenuti scabrosi per l’epoca, descritti con una spregiudicata schiettezza ma sempre ornati da uno stile poetico che non cade mai nella volgarità.
Nel romanzo, Nabokov dà voce al tormentato e dannato animo del professor Humbert Humbert, estremamente lucido e razionale nell’illogico caos della sua psiche. Humbert, sin dal primo sguardo, si invaghisce di Lolita sino a diventarne ossessionato. Per poterla possedere è disposto a tutto, pianifica ogni aspetto nei minimi dettagli, pensa persino di uccidere la madre della ragazza per rimanere solo con lei. Ma Humbert non è un freddo calcolatore, bensì un anti eroe novecentesco, dannato e posseduto dalla propria tempesta interiore, incapace di opporvisi. All’origine dell’ossessione per Lolita, poi, c’è un un evento traumatico che, sulla base di un’analisi psicologica (se vogliamo anche un po’ spicciola da inizio ‘900), spiega la sua follia. Si tratta di un amore adolescenziale interrotto prematuramente a causa della morte di tisi dell’amata. Quest’evento fa sì che Humbert rimanga fermo a quel momento e cerchi perennemente la giovane amata tra le sembianze di una tredicenne.
Il professor Humbert, sebbene sia lucido e ben conscio delle sue azioni, è vittima degli eventi. Lolita è una ninfetta ed è lei stessa a stregarlo. Sostiene infatti che talune fanciulle, tra i confini dei nove e quattordici anni, rivelino a certi ammaliati viaggiatori – la propria vera natura, che non è umana, ma di ninfa (e cioè demoniaca). Ma prima degli eventi egli è vittima di se stesso, del suo essere di creatura di infinita melanconia, con una bolla di veleno ardente nei lombi e una fiamma ipervoluttuosa perennemente accesa nella sensitiva spina dorsale. Humbert è in continua lotta con il suo animo dannato, infatti si sente perseguitato dall’ombra del peccato, si sente spiato e giudicato. Non a caso la trama si sviluppa in continui viaggi in auto senza una destinazione precisa, come se i due fossero in continua fuga.
Ad un tratto Lolita fugge via da lui e dal morboso rapporto che si era creato tra i due. Lolita è una piccola ragazza adolescente, insicura e ribelle, inizia il gioco di seduzione come un vero e proprio scherzo per farsi grande, inconsapevole delle conseguenze. Non riesce più a liberarsi da quel legame ossessivo, non ha nessuno al mondo e non le resta che scappare. Dopo anni di assenza scrive ad Humbert per chiedergli un supporto economico ed i due si rivedono. Ed ecco il colpo di scena: egli la vede diventata donna, incinta di un altro uomo, totalmente svestita dalle sembianze da ninfetta di cui resta soltanto il fievole odore di viole, l’eco di foglia morta. E nonostante ciò la ama, più di qualunque cosa. Inutile il tentativo di riportarla con sé, le ha rovinato la vita per sempre.
E così al protagonista aspetta l’inferno, quell’inferno da cui ha cercato di scappare per tutta la vita ma con cui deve fare inevitabilmente i conti.

Articolo scritto da: Daniela Mina