Una GUERRA può essere influenzata dal suo stesso racconto?
Per provare a rispondere a questa domanda dobbiamo tornare alla Guerra del Vietnam, il primo conflitto a fare i conti con un nuovo mezzo di comunicazione: la televisione.
È il 1968 e la cronaca televisiva smette di raccontare il coraggio dei soldati americani e inizia a mostrare la brutalità della guerra bombardamenti, villaggi distrutti e morte.
Il risultato? Disillusione nei confronti delle istituzioni, e supporto antimilitarismo.
La televisione porta la brutalità della guerra nel confort del salotto. Il Vietnam è stato perduto nei salotti d’America, non sui campi di battaglia.
Quella del Vietnam è stata la prima guerra televisiva.


Possiamo definire il conflitto tra Russia e Ucraina la “prima guerra social”?
Ma soprattutto, quanto i social stanno diventando un mezzo di comunicazione a un vero e proprio campo di battaglia?
La storia ci insegna che propaganda e controllo delle informazioni sono grandi armi dell’Unione Sovietica. Ma per chi vuole attuare una strategia di comunicazione assoluta, i social media sono un gran problema.
Analizziamo cosa sta succedendo online.
Per controllare la diffusione delle notizie, Putin ha bannato Facebook e Twitter, in risposta Meta ha bloccato la possibilità ai media russi di sponsorizzare i loro contenuti.
La televisione russa ha ripetuto di non credere a ciò che avviene sui social e gruppi Telegram. Ma d’altra parte diverse star come il conduttore Maksim Galkin e il cantautore Valery Meladze, hanno postato dichiarazioni contro la guerra.


- Aggiornamenti in Real Time: Tramite account Twitter si avverte la popolazione di eventuali attacchi o minacce (in questo caso dei possibili giocattoli contenenti esplosivo lanciati dai Russi).
- Comunicazione ai cittadini: Tramite i suoi canali social il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj ha parlato inmodo continuo e diretto alla popolazione Ucraina, Russa e dell’intero mondo.
- Informarsi ed informare: New media e pagine di informazione stanno svolgendo un ruolo chiave per tenere aggiornate le persone, a loro volta sono attori di questo processo di condivisione.
- Dialogare con enti e governi: Inviare comunicazioni ufficiali a governi, eventuali alleati e persone influenti per chiedere aiuto e coinvolgere autorità internazionali.
- Protestare contro la guerra: Gli influencer stanno dando voce ai messaggio “no war” tramite Instagram, Tik Tok e canali Telegram dedicati e non tracciabili.
Attraverso Instagram, Facebook e Tik Tok, l’intero mondo si sta stringendo intorno all’Ucraina condividendo immagini di manifestazioni e link raccolte fondi.

Articolo scritto da: Irene Fiorito Accardi