
Parliamo di vini e del Made in Italy: argomento più che mai attuale con il ritorno quest’anno del Vinitaly, dopo due anni di assenza, il celebre salone Internazionale del vino e dei distillati, che si tiene a Verona ogni anno a partire dal 1967.
Un’occasione mancata negli ultimi due anni (2020- 2022) ma non in termini di acquisti e di consumo di vino: una recente indagine “Gli italiani e il vino” firmata dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, ha rivelato come ben l’89% degli italiani beva vino, esattamente come nel 2019, pre-pandemia. L’unica novità è che in questa nuova percentuale sono aumentati i nuovi maggiorenni, che adottano però consumi più “moderati e consapevoli”.
Ma vediamo insieme quali sono stati nel dettaglio i vini italiani maggiormente preferiti in questi ultimi anni – confermati dalle relative vendite – e come sono cambiate le tendenze in virtù della pandemia.
Ecco a voi una classifica dei 5 vini che hanno raggiunto maggiori vendite e soddisfatto più palati!
- Lambrusco. Al primo posto – quasi a sorpresa – abbiamo il Lambrusco, vino rosso frizzante dell’Emilia Romagna, non tra i più venerati dagli intenditori ma i numeri parlano chiaro: più di 250 milioni di euro di esportazioni destinate soprattutto a Germania, USA, Canada, UK, Francia, Cina, Russia e Giappone. Un vino ritenuto dai cultori decisamente ‘casereccio’ che probabilmente è diventato in anni di pandemia anche simbolo della socialità, del divertirsi insieme e dello stare bene a tavola. Si potrebbe così spiegare il successo di un vino come il Lambrusco non ‘altolocato’, e di una scelta da parte del pubblico che ricadono più su di un vino “da casa”, magari per una cenetta romantica necessariamente casalinga (..).
- Chianti. Al secondo posto troviamo il Chianti, classico vino toscano rosso che ancora detiene la fama di essere tra i più famosi nel mondo, che però ha perso il primo posto del podio per i consumi nazionali, probabilmente in virtù di campagne di marketing meno efficaci di quanto possano essere state per il Lambrusco, e poco ‘storytelling’ creato attorno a un vino considerato l’eccellenza del Made in Italy. Ma parliamo soltanto di un lieve calo in termine di fatturato, il Chianti si attesta comunque al secondo posto in termini di vendite e consumi.
- Montepulciano d’Abruzzo. Al terzo posto troviamo Il Montepulciano d’Abruzzo, vino rosso tradizionale della storia vinicola italiana che ha saputo rinnovarsi negli ultimi anni con diverse cantine che sono tornate a produrre questo vino in una nuova ottica, proiettata al futuro. Il Montepulciano, da sempre vino molto versatile sulla tavola e contraddistinto anche dall’ottimo rapporto qualità- prezzo, elemento chiave nella scelta e nel successo dei vini, in ultimi anni di crisi del commercio causate dalla pandemia. Scelte imprenditoriali azzeccate dunque che hanno portato ad un boom nelle vendite all’estero, raddoppiate in soli tre anni con un record particolare nel Regno Unito, avvenuto nel 2019, del ben +259%.
- Il Lugana. Scendendo dal podio, al quarto posto abbiamo il Lugana (Veneto/Lombardia) che ha visto un incremento delle vendite del + 49 % nell’ultimo anno. Si tratta di un vino bianco profumato e versatile prodotto nella zona del Lago di Garda tra la Lombardia e il Veneto, che non è mai stato oggetto di particolare considerazione al pari di altri vini ma che ha avuto il suo riscatto in questi ultimi anni.
- Il Gutturnio ed il Primitivo. Al quinto posto infine, troviamo un ex aequo tra due vini rossi geograficamente molto lontani: il Gutturnio, vino piacentino fruttato – uno dei primi 10 vini italiani a ricevere il riconoscimento di denominazione di origine controllata nel 1967 – ed il corposo Primitivo, tipico del Sud Italia ed in particolare della Puglia, dove è famoso nelle due denominazioni Primitivo di Manduria.
Un classifica che non lascia dubbi: nuove tendenze e predilezioni di vini – quasi tutti rossi – che ben si accompagnano alla buona tavola in casa, quando non si è potuto uscire o frequentare locali, diversamente dal passato.
Articolo scritto da: Lara Ferrari