Separazioni e Nascite
Sono ormai passati quasi tre anni da quando l’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in diretta televisiva, annunciava la chiusura di gran parte delle attività commerciali e produttive del Paese e l’invito a non uscire di casa.
Notizia scioccante, sconvolgente che spaventò tutti gli italiani.
Molteplici sono state le reazioni degli italiani: tristezza, rabbia, paura, malinconia, disagio.
Molti gli altoparlanti delle Polizie locali e municipali che in giro per le varie città e paesi trasmettevano il messaggio di restare in casa.
Era dai tempi della Seconda Guerra Mondiale che non si sentivano per strade questi tipi di comunicati.
Dopo un primo periodo di sconforto, di smarrimento e perché no, anche di paura, ognuno, a suo modo, ha cercato di reagire e di prendere, quanto di positivo poteva esserci in questa nuova situazione creatasi.
Durante il lockdown, per le persone che avevano potuto lavorare in smart working, il tempo libero a disposizione era stato molto più limitato. Per coloro invece che non avevano potuto svolgere il proprio lavoro in smart working perché chiusa, temporaneamente o definitivamente, l’attività presso cui si lavorava, il tempo da trascorrere in casa era sembrato interminabile, infinito.
È stato perciò necessario impegnarsi in varie attività, cercare in qualche modo di riempire quelle giornate.
C’è chi si è cimentato nelle attività sportive dentro casa, chi nella cucina, chi nella pasticceria, chi nella pittura, chi nel bricolage, chi nella lettura, chi facendo maratone di serie tv ma poi… passata l’euforia del momento, finito l’entusiasmo della novità, cosa è successo?
Come è stata davvero questa convivenza forzata vissuta a stretto contatto, ventiquattro ore su ventiquattro con i propri partner? Partner con cui, ante covid, era stata condivisa solo parte della giornata, mai o molto molto raramente, ogni minuto, ogni ora, tutti i giorni.
Ci saranno state delle conseguenze?
I rapporti con i propri partner avranno subito dei cambiamenti? Si saranno rafforzati o distrutti? Le relazioni saranno finite o fortificate?
Nel 2019, secondo i dati Istat in Italia si sono registrate 97.474 separazioni, nel 2020 79.127.
I divorzi 85.349 nel 2019 e 66.662 nel 2020. Un calo enorme.
Leggendo questi dati si potrebbe pensare che il lockdown abbia giovato alle coppie ma…non è proprio così.
Purtroppo o per fortuna, le cause di divorzio non durano pochi mesi quindi, i dati riferiti al 2020, riguardavano quelle cause di separazioni già avviate negli anni precedenti.
Il dato rilevante, da tener presente, ai fini dell’analisi degli effetti del covid sui rapporti di coppia, è un altro.
Quante sono state le domande di separazione o di divorzio presentate nel 2020?
Secondo l’associazione nazionale divorzisti, nel 2020, rispetto al 2019, c’è stato un aumento delle richieste di separazione del 60%, dovute principalmente alla convivenza forzata.
Di questo 60%, il 40 % per infedeltà coniugale. Con il lockdown, non solo è stato più difficile conciliare le doppie vite che i coniugi infedeli conducevano prima della chiusura pre-covid ma, molto spesso, per noia, per monotonia o semplicemente per “evadere” dalla routine quotidiana, si è cercato su internet, su vari siti o vari social, l’amichetto/a di turno che ravvivasse quelle giornate sempre uguali.
I divorzi e le separazioni hanno influito, di conseguenza, anche sulle nascite.
Nel 2019 secondo i dati Istat le nascite sono state 420.170, nel 2020 404.892, nel 2021 399.431.
Dopo il 2019, nel biennio di pandemia si è assistito pertanto ad una forte diminuzione.
Nel 2020 le nuove nascite sono state quindici mila in meno rispetto all’anno precedente.
Nel 2021 si è scesi sotto le quattrocento mila nascite, segnando un nuovo record negativo nella serie storica.
La diminuzione delle nascite non è però un valore da attribuire solo ai divorzi e alle separazioni.
In seguito alla pandemia, e quindi ad una comune situazione di disagio, molte sono state le coppie che, seppur uscite indenni e forse anche rafforzate dal lockdown, si sono sentite più insicure sia a livello economico, che sociale, più vulnerabili, meno propense a progettare di mettere al mondo una nuova creatura.
La pandemia purtroppo ha influito, in modo considerevole, anche sulle scelte di vita delle persone. Ha fatto sì che svanissero molte certezze, quelle certezze che fino ad allora non erano mai state messe in discussione, quei progetti che prima sembravano potessero essere realizzabili, senza mai porsi troppe domande sulle possibili conseguenze.
Tutto è diventato incerto, incontrollabile.
Ma se queste incertezze, questi dubbi, non fossero altro che la spinta necessaria di cui abbiamo tutti bisogno per renderci davvero conto di ciò che desideriamo dalle nostre vite?

Articolo scritto da: Simona Signoriello