Barbie: 9 marzo 1959

Barbara Millicent Roberts, originaria di Willows, nel Wisconsin, è la bambola più venduta al mondo. Il record di vendite è detenuto dalla Totally Hair Barbie del 1992.

Nel 1945 Ruth ed Elliot Handler e Harold Matson iniziano a lavorare insieme in un garage, fondando la Mattel. Barbie nasce da un’ intuizione di Ruth, la quale prende ispirazione per una nuova bambola guardando sua figlia giocare con bambole di carta. Pare che Ruth sapesse che in alcuni Paesi europei erano già disponibili bambole con fattezze adulte e decide di adattare la sua idea al contesto statunitense. Fino a quel momento infatti le bambole avevano fattezze di neonati; ma con una bambola adulta le bambine avrebbero potuto giocare a “fare le grandi”.

Nel 1959 viene quindi immessa nel mercato Barbie ed è subito un successo. La parte più geniale dell’idea di Ruth è quella di dotare la bambola di un ampio guardaroba, da acquistare separatamente.

Tre anni dopo è la volta di Ken. Via via vengono prodotti numerosi personaggi, tra cui Christie, la prima bambola afroamericana. La vita di Barbie e dei suoi amici si arricchisce di animali, accessori, automobili (compresi diversi modelli realmente esistenti) e carriere. La bambola, infatti, si adatta ai tempi che cambiano e all’inizio degli anni Novanta concorrerà per la prima volta alla Presidenza degli Stati Uniti.

Nei decenni è stata vestita da marchi importanti come Dior e Yves Saint Laurent ed è stata riprodotta con le fattezze di celebrity e donne che si sono distinte nella loro professione.

Barbie è diventata negli anni anche un pezzo da collezione, il cui vero boom è iniziato negli anni Novanta e con l’avvento di eBay. Nel 2006 uno dei primi esemplari del 1959 in confezione integra è stato battuto per 27.450 dollari durante un’asta da Sandi’s Doll Attic. La bambola più costosa è stata venduta nel 2010 per 302.500 dollari durante una raccolta fondi per la Breast Cancer Research ed era stata realizzata in collaborazione con il designer di gioielli Stefano Canturi.

Subisce anche molte critiche sia perché vista come personaggio che promuove materialità e consumismo, sia per tutto ciò che ruota attorno all’apparire e alla corporeità.

Proprio per il suo essere un’icona di bellezza, è finita per diventare un’ideale fisico irraggiungibile (e non auspicabile). Dal 1997 il suo corpo è diventato meno longilineo, fino alle collezioni più recenti  che cercano di essere più inclusive, sia in termini di corporeità, ma anche di etnia e di disabilità.

Articolo scritto da: Samantha Musolino

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